di Francesco Tognato e Nazzarena Benedetti
Un’idea per migliorare l’umore
Quell’inatteso raggio di sole, infilatosi in quella minuscola fessura delle imposte, mi svegliò. Fu un risveglio che compromise un po’ il mio umore. Quindi studiai un modo per venirne fuori. Di idee per la testa ne passarono tante; non sono certo un tipo a cui manchino le idee!
Quella che più mi convinse fu di improvvisarmi gelataio e, visto che uno dei miei gusti preferiti è il limone, scelsi la via più semplice: un succulento ghiacciolo al limone. Cercai su internet una ricetta, (il vantaggio che ho ricavato da questo strano momento di reclusione è stato un bonus di tempo sull’uso del computer. Come non approfittarne?) e trovata quella che poteva fare al caso mio, mi avviai in cucina.
Sorpresi la mamma che con fare meditativo beveva il caffè, ed io gioiosamente le confessai i miei intenti. Con il suo benestare mi misi all’opera.
Le prime delicate operazioni
Innanzitutto presi il limone e tolsi la buccia: un’operazione molto delicata che prevede l’asportazione della parte superficiale, il flavedo, evitando la parte bianca, che scientificamente si chiama “albedo“, perché troppo amara.
Spremuto il succo, ho preso un contenitore e vi ho incorporato zucchero e acqua. Per darmi un tono professionale ho travasato il tutto nel “Bimby”, un attrezzo multiuso da fare invidia al miglior
chef.
Intanto che il Bimby miscelava sapientemente gli ingredienti, mi ingegnai per utilizzare ciò che rimaneva delle bucce in modo creativo.
Nuova vita per la buccia di limone
Tolsi i residui di polpa in modo da ottenere una coppetta e, siccome in tempo di crisi è meglio imparare ad essere “risparmiosi”, pensai bene di farne, una volta essiccate, delle mangiatoie ecologiche per uccelli.
Il flavedo (la parte gialla della buccia) l’ho messa ad essiccare per ottenere un’aroma naturale per insaporire e profumare le torte o altre pietanze, o realizzare lo scrub, un trattamento di bellezza per la pelle.
Dal seme alla pianta di limone…
Di questo nobilissimo frutto, che del sole contiene l’essenza, non volevo buttare via proprio nulla. Così presi i semi, li depositai in un bicchierino con dell’acqua calda per ammorbidire la pellicina più esterna e facilitarne l’asportazione.
Poi li misi a germogliare avvolti dentro un panno carta spruzzato con dell’acqua, all’interno di un vaso di vetro, con il coperchio appoggiato sopra. Sul vaso appiccicai un foglietto con su scritto: “forza, gioia e amore“, perché credo che le parole belle possano aiutare sempre.
Tutti i giorni controllavo che il panno fosse umido e all’occorrenza spruzzavo sopra dell’altra acqua, non troppa, altrimenti fanno la muffa.
Una volta spuntato il germoglio li ho finalmente interrati e dopo circa 15 giorni è spuntata la prima piantina.
Un tocco artistico per le piccole mangiatoie
Non vi ho detto che per completare l’opera delle mangiatoie, le ho colorate con della tempera, ovviamente di colore giallo. A giudicare dagli uccellini che vengono a mangiare sul mio balcone credo proprio che abbiano gradito il mio dono.
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