Una nuova rubrica sul mensile Vita & Salute con la direzione scientifica del Dott. Franco Berrino e il coordinamento editoriale di Ennio Battista: “Buone eco-azioni quotidiane”
Chi mi conosce sa che amo il fare e il contributo personale piuttosto che il criticare o il lamentarsi… e anche in questo caso il taglio sarĆ questo…
Il primo articolo pubblicato ĆØ dedicato al contesto sociale e di emergenza climatica in cui viviamo, con alcuni consigli da mettere in pratica anche domani.
11 anni per salvare il Pianeta
Rubrica sulle buone ecoazioni quotidiane di Lucia Cuffaro
La sabbia nella clessidra scende veloce: restano poco piĆ¹ di 10 anni prima di distruggere la Terra.
A prevedere ciĆ² non ĆØ un film nelle classifiche dei boxe office, nĆ© un’oscura profezia sulla fine del Mondo, ma il piĆ¹ importante e documentato rapporto sul cambiamento climatico stilato dall’IPCC, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite. Secondo la ricerca, che ha analizzato 6 mila studi in materia e 42 mila recensioni scientifiche, la temperatura media del Pianeta aumenterĆ di 1,5 Ā°C entro il 2030, con effetti catastrofici e fenomeni meteorologici estremi, come siccitĆ , temperature insostenibili, tornado, uragani e alluvioni, innalzamento del livello degli oceani, scioglimento di immense superfici ghiacciate, eccessiva acidificazione delle acque, perdita di biodiversitĆ animale e vegetale.
Un’escalation letale difficile da credere? C’ĆØ addirittura chi, come il premio Nobel Carlo Rubbia, ha provato a negare ogni evidenza. Da alcuni mesi gira di nuovo una dichiarazione del fisico al Parlamento italiano risalente a qualche anno fa, nella quale afferma che il mutamento del clima non sarebbe altro che una bufala, cosƬ come l’innalzamento delle temperature.
Ogni aspetto del nostro sistema sociale ĆØ vicino al collasso: dalla perdita di fertilitĆ del suolo a causa di metodi industriali estensivi, all’aumento del global warming per gli aberranti allevamenti intensivi, dallo spreco alimentare che determina una perdita giĆ in fase di produzione del 50% (FAO 2019), all’inquinamento indoor, che rende le nostre case piĆ¹ inquinate del centro di una metropoli, causando secondo l’ONU 4 milioni l’anno di morti premature.
L’esempio personale ĆØ potente
Una situazione che sembrerebbe irreversibile, almeno cosƬ ĆØ stato fino al 4 dicembre 2018. Quando ogni speranza sembrava persa, ecco arrivare una ragazzina svedese dalle lunghe trecce, che ha portato alle masse ciĆ² che nessuno ĆØ mai riuscito a fare: consapevolezza e desiderio di ribellione. Dopo tanti mesi, l’eco del grido di Greta ai potenti del Mondo continua a risuonare.
Se oggi il riscaldamento globale sembra inarrestabile ĆØ perchĆ© ancora non abbiamo provato a fermarlo, sul serio. Per poter cambiare le cose non servono discorsi, ma azioni concrete da parte delle istituzioni, e una centralitĆ politica sul tema ambientale, che non rappresenta uno dei problemi, ma il Problema.
Rimanere con le mani in mano aspettando le agognate misure? Siamo noi che possiamo fare la differenza: l’esempio personale ĆØ potente come un fiume in piena e in grado di trascinare gli animi verso pratiche virtuose volte a una drastica diminuzione dell’impatto ambientale.
Non ĆØ piĆ¹ possibile distogliere lo sguardo giustificandosi con frasi tipo “ma tanto ĆØ inutile”. Ć il momento di impegnarsi, qui e ora. Come? Scegliendo ogni giorno da che parte stare e agendo di conseguenza.
10 Buone Pratiche
Dieci Buone Pratiche per ridurre il cambiamento climatico:
- piantare 5 alberi ogni anno per contrastare lāeffetto serra e ridurre la CO2;
- muoversi il piĆ¹ possibile a piedi e in bicicletta per ridurre l’utilizzo di fonti fossili, migliorando al contempo la salute;
- passare alle energie rinnovabili e imparare a risparmiare corrente, acqua e gas, ad esempio con lāabitudine a non superare i 21 Ā°C e installando filtri per rubinetterie con riduttori di flusso;
- cambiare abitudini d’acquisto prediligendo la filiera corta, i gruppi d’acquisto solidali, i piccoli produttori, i mercati, i negozi bio e le botteghe artigiane;
- eliminare i derivati animali provenienti da allevamenti intensivi;
- autoprodurre i beni necessari riscoprendo gli ingredienti naturali e gli antichi saperi;
- ridurre i rifiuti a monte comprando prodotti sfusi o con pochi imballaggi;
- riparare oggetti ed elettrodomestici;
- resistere all’obsolescenza percepita per non essere soggiogati dal marketing che rende precocemente vecchio un prodotto ancora funzionante;
- scegliere di ben-essere piuttosto che il tant-avere.
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