di Lucia Cuffaro
Litri e litri di bevande gassate sulla tavola in occasione di pranzi e cene con gli amici.
Alt!
Prima di tracannare le bibite commerciali è necessario sapere davvero cosa c’è dentro.
Le bevande commerciali si preparano attraverso un processo artificiale che prevede grandi quantità di dolcificanti, aromatizzanti, edulcoranti e conservanti, tutti ingredienti poco amici della nostra salute.
Gli esperti sono oramai concordi nell’imputare al grande consumo di bibite l’aumento di obesità, diabete e malattie metaboliche. Inoltre, secondo una ricerca del Framingham Heart Study pubblicata nel 2017 sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, l’assunzione quotidiana di queste bevande ridurrebbe i volumi cerebrali, aumentando le perdite di memoria e stimolando l’insorgere dell’Alzheimer.
Quello che succede quando beviamo una bibita gassata o un succo di frutta
- si alza repentinamente il livello di glicemia nel sangue
- il sistema nervoso si altera
- si verifica un sovra eccitamento
- i livelli di insulina nel flusso sanguigno salgono
- cresce il senso di fame
- il fegato trasforma lo zucchero in grassi
Rischi per la salute
- picchi di sonnolenza
- macchie dentali
- predisposizione alle carie
- aumento di peso corporeo
- invecchiamento delle cellule
- affaticamento del fegato
Conservanti
Un’altra forse troppo semplice ma significativa riflessione: come fa un succo che dovrebbe essere a base di frutta a conservarsi per anni? È facile pensare che di naturale vi sia ben poco.
I danni dei picchi glicemici
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Gli zuccheri killer
Tutto il mondo scientifico condanna l’utilizzo spropositato delle multinazionali di zuccheri aggiunti (glucosio, galattosio, fruttosio, saccarosio), perché causa importante di obesità e aumento del diabete.
Quanti zuccheri ci sono in una bibita?
- 1 bicchiere di aranciata frizzante: 25 gr circa
- un bicchiere di succo di frutta: 30 gr circa
- una bevanda in lattina da 330 ml: 40 gr circa
L’American Hearth Association, raccomanda di evitare l’uso di zuccheri aggiunti ai bambini sotto i 2 anni e di non superare il limite di 25 grammi al giorno tra i 2 e i 18 anni. Solo poco più possono permettersi gli adulti.
Il Journal of Hepatology ha recentemente pubblicato lo studio del gruppo guidato dal dott. Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epatometaboliche dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che per la prima volta mette in luce la relazione fra il consumo di fruttosio e malattie del fegato.
A differenza del normale zucchero, il fruttosio verrebbe infatti immagazzinato direttamente nel fegato sotto forma di grasso. Secondo la ricerca, le malattie legate al fegato grasso colpirebbero il 20% circa della popolazione infantile e l’80% dei bambini in sovrappeso e obesi. Una condizione pericolosa che può portare addirittura alla cirrosi, come nel caso di abuso di alcol.
I contenitori in plastica delle bibite sono sicuri?
Nel caso di imballaggi in plastica, in estate, i rischi di assimilare le sostanze dannose è ancora più alto. Il PET (Polietilentereftalato) tipico delle bottiglie delle bibite, se esposto a una fonte di calore come il sole, può rilasciare sostanze tossiche (antimonio, ftalati e acetaldeide).
Le alternative naturali?
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